DIAGRAMMA 3X7

Tarocchi di Marsiglia-diagramma3x7

Il diagramma 3X7 è il punto di partenza per capire come sono state elaborate le leggi del metodo di lettura Camoin.

Questo diagramma rappresenta per il ricercatore o il discepolo un sentiero di 3 volte 7 tappe da percorrere.

Posizionando le carte secondo il diagramma 3X7 i primi codici appaiono anche se lì per lì sia ha difficoltà a riconoscerli per via della grande abilità con cui sono stati nascosti.

La disposizione delle carte secondo questo schema fa apparire una moltitudine d’informazioni codificate, che resterebbero sconosciute se fossero posizionate in un altro modo.

MA CAPIAMOLO MEGLIO…

Il diagramma 3X7 è la struttura che ha permesso a Camoin di far emergere le migliaia di codici nascosti nel tarocco di Marsiglia.

Ma quale è stato il processo che ha portato Camoin a capire questa struttura?

La chiave che ha svelato questo mistero era codificata nel tarocco stesso.

Il ragionamento parte dal fatto che gli Arcani Minori sono divisi in 4 serie…dunque, seguendo la stessa logica, Camoin ha pensato che forse anche gli Arcani Maggiori potessero essere divisi in più serie.

Se contiamo gli Arcani Maggiori come se fossero 22 carte, si vede che è possibile suddividerle in 2 file di 11 carte e i codici che ne vengono fuori sono interessanti ma non permettono di ritrovare la struttura codificata del Tarocco.

Rimanendo coerenti con il ragionamento del Tarocco, il numero 22 non appare in nessuna carta, in quanto le carte numerate vanni dall’ 1 al 21 e la carta del Matto non ha il numero 22.

È come se non facesse parte degli Arcani Maggiori o se ne fa parte lo fa in modo speciale.

Dunque, è come se si avessero 21 carte e non 22.

Proprio questa mancanza del numero 22 ha fatto capire a Camoin che il messaggio del Tarocco era quello di sottolineare che è il numero 21 ad essere importante.

Quindi, la base del ragionamento doveva essere fatta sul numero 21.

Il numero 21 può essere diviso per 3 e per 7…così Camoin ha posizionato gli Arcani Maggiori in 3 file da 7 carte e a questo insieme ha aggiunto la carta del Matto.

Questo modo di posizionare le carte, secondo tre file da sette carte, è stato studiato già dal XIX secolo.

Dunque, è una disposizione conosciuta, tuttavia i ricercatori orientavano sempre questo modello dall’alto verso il basso, cioè le carte dall’I al VII era posizionate nella fila in alto e le carte dal XV al XXI nella fila in basso.

Gli esperti tentarono di decifrare l’enigma posto da questi arcani misteriosi utilizzando un sistema di codifica basata sui numeri. Ma con questo sistema di numeri, non appariva nulla di più di ciò che già si sapeva della numerologia.

Durante il XX secolo, nessuno si interessava più a questo schema antico di tre file, al di fuori di qualche ricercatore che però lo studiarono in modo superficiale, ma non trovarono la struttura codificata dei codici segreti.

Inoltre, non essendo mai stata menzionata l’esistenza di una tale struttura non immaginavano neppure che potesse esistere.

Da quello che ci ha spiegato Camoin, il posizionamento dal basso verso l’alto gli è stato indicato dal tarocco stesso.

La prima cosa che ha notato è che il Matto è l’unico arcano che non ha numero, dunque è a parte nel diagramma, in più ha lo sguardo rivolto verso l’alto, verso il cielo. Così, Camoin ha disposto le carte nello stesso modo.

In secondo luogo, alcuni codici presenti nelle carte stesse richiamano la possibilità di disporre gli arcani maggiori secondo il diagramma 3X7.

I TRE DADI

Nella prima carta di questo sentiero, il bateleur, il tarocco ci indica già la scelta da fare per disporre gli arcani maggiori. Tre dadi sono posati sul tavolo. Essi contengono il codice del triplo settenario cioè il 3X7.

Ogni dado è strettamente legato al numero 7 perché la somma delle due facce opposte di un dado fa sempre 7. Così 1+6=7, ma anche 2+5=7 e 3+4=7.

Ottenendo tre volte il numero 7, cioè 3X7.

In più nella carta del bateleur, questo codice del 3X7 è confermato tre volte:

  1. Ogni dado nasconde in sé il 3X7, infatti ci sono tre associazioni possibili nelle due facce opposte e la somma da sempre sette.
  2. Ogni dado è intimamente legato al numero 7, la presenza dei tre dadi rinforza questo codice.
  3. Sul tavolo del bateleur, ogni dado presenta tre facce visibili mostrando il numero 1, 2 e 4 che totalizzano 7. Ogni dado mostra un totale di 7. Ci sono tre dadi…dunque 3X7. Queste stesse tre facce richiamano il numero 21, il quale è divisibile in tre parti che vale ciascuna 7.

È chiaro che se questa simbologia è annunciata fin dall’inizio è ben intenzionale.

Questo codice esprime che bisogna dividere questo sentiero di 21 arcani maggiori in tre fasi.

Questa simbologia si ritrova anche fra gli alchimisti e tra gli iniziati cristiani dei primi secoli. Il celebre alchimista Fulcanelli ha confrontato le 21 tappe della Grande Opera Alchemica al fatto di lanciare tre volte il dado sul tavolo.

Le immagini del Tarocco sono statiche e non era possibile rappresentare in una carta il lancio del dado per tre volte come si potrebbe fare con una sequenza filmata.

Per ovviare a questa impossibilità di animare l’immagine, gli antichi rappresentavano semplicemente tre dadi.

Questo è ciò che si ritrova in alcune chiese ed in casi molto antichi di rappresentazione con il simbolismo degli strumenti della passione di Cristo (Arma Christi) di cui i dadi fanno parte.

La divisione in tre piani del diagramma 3X7 è dunque confermato dalla presenza dei tre dadi veicolanti il simbolismo delle tre fasi della Grande Opera dell’esoterismo alchemico, che comprende essa stessa 21 tappe.

I TRE GRADINI

La divisione degli Arcani Maggiori in tre piani è indicata anche da un altro codice. Tre gradini appaiono due volte nel diagramma 3X7:

in Casa Dio e nella Luna.

In queste due carte c’è una torre con tre gradini bianchi. Si tratta di un codice che risponde alla legge del due. Questa legge esprime che questi tre gradini bianchi appaiono due volte perché sono importanti.

Questi tre gradini simboleggiano i tre gradi iniziatici corrispondenti all’apprendista, al compagno e il maestro, cioè al piano terrestre, al piano intermedio e al piano celeste.

Questo codice conferma il fatto di dividere i 21 arcani maggiori in tre file da sette carte che vogliono simboleggiare questi tre gradi iniziatici e questi tre piani.

Camoin ha stabilito le leggi del tarocco dopo molti anni di studi e ricerche e le ha divulgate al momento della pubblicazione del gioco nel 1997.

ha sempre specificato che si è ispirato a tutti gli antichi tarocchi di Marsiglia ma in particolare a quello di Nicolas Conver per ricostruire, insieme a Jodorowsky, i Tarocchi di Marsiglia come dovevano essere stati creati.

Infatti, nonostante questi tarocchi abbiano attraversato i secoli rimanendo pressoché inalterati hanno comunque subito delle modifiche, come per esempio aver perso dei simboli.

Anche nel Tarocco di Nicolas Conver molti simboli e codici sono totalmente assenti e il lavoro di Camoin è stato proprio quello di recuperarli attraverso appunto le sue ricerche.

Ad esempio, la mano blu dell’eremita, il flauto nell’arcano XIII, i due serpenti di temperanza, il viso sul ventre del diavolo, il feto in Casa Dio, il labirinto nel giudizio, l’uovo nell’appeso ed anche nella papessa…tutti questi simboli partecipano attivamente alla struttura codificata che è presente solo nel tarocco di Camoin.

Secondo Camoin, Nicolas Conver conosceva il simbolismo e sembra che conoscesse l’importanza dell’uovo nel Tarocco di Marsiglia, come testimonia la presenza dell’uovo nell’Imperatore.

Anche gli apparenti errori che avrebbe messo o ricopiato nella parte inferiore delle carte in cui è scritto in modo particolare LAMOVREVX e L’A ROVE DE FORTVNE, che genera significati codificati in rapporto all’uovo. Inciso in questi due nomi, il fonema OV appare due volte.

In latino porta alla parola OVUM, cioè uovo. Tuttavia, però non conosceva il codice che utilizza il simbolo dell’uovo perché altrimenti lo avrebbe inciso nella papessa.

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